150 anni fa - Donati e gli studenti

un articolo della serie: 150 anni - le tappe della fondazione dell'Osservatorio di Arcetri

Come titolare della cattedra di astronomia dell'Istituto di Studi Superiori di Firenze, Giovan Battista Donati aveva dei precisi obblighi - il regolamento per la Sezione di Scienze fisiche e naturali così prescriveva all'art. 12: Il Professore di Astronomia è obbligato a dare agli alunni inscritti un corso, e ad assistere agli esercizi sull'uso pratico degli strumenti di metereologia e di astronomia. I doveri dell'astronomo erano stati messi per iscritto quasi per impedirne l'inattività, visto che nessuno dei due corsi di laurea offerti dalla Sezione (laurea in scienze fisiche e laurea in scienze naturali) prevedeva il superamento di un esame di astronomia.

Nell'anno accademico 1867-68 le lezioni di astronomia non furono tenute, perché non si era iscritto nessuno studente. Per il 1868-69 Donati ottenne una dispensa, così da poter star dietro ai lavori di installazione del telescopio Amici ad Arcetri. Nel novembre 1869, Donati chiese di nuovo di essere esentato dalle lezioni per l'anno accademico 1869-70, sia per seguire più liberamente le fasi della costruzione dell'Osservatorio, sia per potersi dedicare alle osservazioni geodetiche e alla preparazione della missione per l'eclisse totale di Sole del 1872. Questa volta il ministero non concesse la dispensa, e chiese a Donati di tenere almeno una lezione a settimana.

Il febbraio successivo Donati provò di nuovo ad ottenere la dispensa: avrebbe sì tenuto lezioni pratiche, ma solo a tre giovani frequentatori dell'Osservatorio, che al momento stavano calcolando i risultati delle ultime misure geodetiche, e che in quell'anno avrebbero dovuto eseguire nuove osservazioni e calcoli per una più precisa determinazione delle coordinate geografiche del nuovo osservatorio. I tre giovani erano: Domenico Cipolletti, dottore in matematiche (che di lì a poco sarebbe diventato aiuto alla cattedra di astronomia); Francesco Gavino, sottoufficiale addetto al Servizio meteorologico della R. Marina di stanza al Museo; Telemaco Marchi, apprendista telegrafo. Di altri allievi Donati non sentiva il bisogno. Il ministero rispose picche, ed impose nuovamente a Donati di tenere almeno una lezione settimanale.

 Cipolletti, Pittei, Marchi, Messeri, Meucci (da sx a dx) e Gavino (seduto)

Due allievi di Donati: Domenico Cipolletti (a sinistra) e Francesco Gavino (seduto). Le altre persone raffigurate sono (da sinistra) Costantino Pittei, Ulisse Marchi (custode dell'Osservatorio astronomico), Vincenzo Messeri (calcolatore dell'Osservatorio), e Ferdinando Meucci (Archivio INAF-OAA).

Con una lettera datata 21 febbraio 1870 Donati infine capitolò: si sarebbe sottoposto "a fare una cosa che Egli non crede utile", ovvero le lezioni di astronomia che aveva invano tentato di evitare, a patto però che ne venisse dato un annuncio "rigorosamente necessario, e conforme a regolamenti disciplinari; e non già un annunzio quale è solito darsi per delle lezioni popolari, o straordinarie". Il motivo di questa richiesta è chiarito in una richiesta analoga fatta pochi anni dopo:

Una esperienza di undici anni mi ha dimostrato che quando è stato dato l’annunzio che io ricominciavo le lezioni d’astronomia sono dal principio intervenuti non pochi uditori, con la credenza d’ascoltare una Lezione d’astronomia puramente descrittiva; ma quando hanno visto che io (come dovevo fare) empivo la lavagna di formule matematiche e di cifre, allora quegli uditori non sono più ritornati alle mie lezioni.

Ma non per questo io potevo cessare dal fare le lezioni successive; poichè essendovi tutti i giorni qui nel Museo non pochi visitatori e leggendo essi l’avviso che a una certa ora vi era la Lezione d’astronomia, alcuni, a quell’ora salivano sempre all’Osservatorio, ed io (dovendo la lezione essere per il pubblico) ero costretto a fare le mie lezioni ad un pubblico che non era mai lo stesso, ma che anzi cambiava da un giorno all’altro e che non poteva capir nulla.

Ora non credo che nessuno, e molto meno Ella, vorrà mettermi anche quest’anno a così dura e infruttuosa prova. A me non manca il da fare [...]   (lettera al direttore del Museo e presidente della Sezione, 2/2/1872).

Alla fine forse Donati la spuntò. Per quello stesso anno accademico, la presidenza della Sezione - su suggerimento dell'astronomo - propose al ministero di far tenere a Donati non lezioni di astronomia, ma di trigonometria e geometria analitica, queste sì obbligatorie per il corso di laurea in scienze fisiche. Lo stesso corso tenne Donati nel 1870-71. Nel 1871-72 ottenne infine la dispensa dall'insegnamento, durante le fasi finali della costruzione dell'Osservatorio di Arcetri. E per 5 anni non si tenne il corso di astronomia al Museo!

Le attività di insegnamento e le richieste di Donati sono descritte in documenti conservati al Museo Galileo (Fondo ARMU: Affari 71, fasc. 63; A. 86, f. 15 e 21; A. 87, f. 30) e nell'Archivio dell'Università degli Studi di Firenze (Fondo Carteggi della Soprintendenza: anno 1868, fasc. 195; 1869, f. 165; 1870, f. 46; 1872, f. 25).