150 anni fa - Quanto costa un nuovo osservatorio?

un articolo della serie: 150 anni fa - le tappe della fondazione dell'Osservatorio di Arcetri

Il 22 febbraio 1867 il fisico Carlo Matteucci, Direttore del Museo di Fisica e Storia Naturale, nonché Presidente della Sezione di scienze fisiche e naturali dell'Istituto di Studi Superiori di Firenze, riassume al Soprintendente dell'Istituto le spese in preventivo per il nuovo Osservatorio:

costruzione della fabbrica L. 71400,20
espropriazione del terreno 14000
costruzione della strada
23590,60
trasporto e adattamento di strumenti e mobiliare
2000
casetta per il custode
4000
[totale] 114990,80

Le informazioni erano state richieste all'inizio del 1867 dal Ministero della Pubblica Istruzione al Soprintendente, che poi aveva sollecitato la risposta dal Direttore del Museo, che ottenne tutti i dettagli dal Direttore dell'Osservatorio, Giovan Battista Donati, che una volta ottenuti dal Soprintendente furono poi passati al Ministero... una sorta di staffetta, dettata dalle gerarchie nell'Istituto,  che sicuramente non giovava alla spedita realizzazione di nessun progetto, tantomeno di quello del nuovo osservatorio...

In particolare il Ministero voleva chiarimenti  sul nuovo progetto di far passare la strada dell'Osservatorio a sud, attraverso il podere della Cappella, e soprattutto sul fatto se i proprietari dei terreni da espropriare per la costruzione dell'Osservatorio si sarebbero accontentati di ottenere, come rimborso, quelle  porzioni del podere [...] che resterebbero fra le varie risvolte della nuova strada. Ma purtroppo Matteucci dovette comunicare che gli espropriandi, gli eredi Bartolommei ed il Signor Vitolini, pur desiderosi di arrivare ad una soluzione amichevole ed evitare un esproprio forzato, non volevano accettare rimborsi in altri terreni, ma solo in denaro. Comunque, Donati e l'architetto Mariano Falcini, che curava il progetto dell'Osservatorio, ritenevano che al massimo la spesa poteva ammontare a 14000 lire.

Ma il Ministero, visto che c'era, aveva chiesto dettagli anche su tutte le altre spese. Donati, tramite Matteucci, fece sapere che non ci sarebbe stata necessità di nuovi strumenti: la conveniente collocazione in un locale adattato degli strumenti che ora si hanno, basta per rendere il nuovo osservatorio atto alle ricerche più importanti d'astronomia e a far cessare lo sconcio d'uno stabilimento che rende impossibile l'uso degli strumenti stessi qual è appunto il caso dell'osservatorio presente. Sarebbero occorse solo 2000 lire per il trasferimento di strumenti e suppellettili ed il loro riadattamento ad Arcetri. Inoltre ci volevano 4000 lire per costruire presso l'imboccatura della strada una piccola casetta per l'abitazione del custode che sarà anche il portinaio dell'osservatorio. Oltre al custode, Donati riteneva che almeno fin d'ora non si debba prevedere il caso di altri che oltre il direttore stesso abbiano alloggio nell'osservatorio. E inoltre che non si può quindi stabilire in questo momento né per i primi anni dopo che il nuovo osservatorio sarà eletto che vi sia il caso di dare un'indennità ad altri impiegati dell'osservatorio al titolo d'alloggio a cui non hanno diritto. Frasi queste ultime, che non rassicurarono il Ministero, e portarono ad un ulteriore scambio di lettere (e relativa staffetta) con richieste di chiarimenti.

Matteucci ricordò infine al Ministro che, con le delibere del Municipio e della Provincia di Firenze già si poteva contare su un finanziamento di 60000 lire, e che quindi al governo avrebbe dovuto sborsare solo 54990,80 lire. Concluse infine:

Il sottoscritto confida che malgrado le strettezze finanziarie del nostro bilancio non riuscirà difficile al governo del Re di ottenere dal Parlamento una somma che è pur molto tenue e che è destinata a conservare delle illustri tradizioni e a mantenere gli studi astronomici in Italia non tanto lontani da quell'altissima meta a cui sono già saliti e continuano a salire presso le altre nazioni civili d'Europa. E l'esempio recentissimo dell'osservatorio nazionale costruito in Svizzera [probabilmente l'Osservatorio federale di Zurigo] con una spesa anche maggiore di quella da noi prevista dovrà confortare il governo del Re ed il Parlamento italiano a non rimanere sempre al di sotto anche degli stati molto più piccoli nel promuovere gli studi scientifici e i buoni e rigorosi metodi di osservazione.

Anche allora, come oggi, occorreva stimolare l'orgoglio di un paese dalle finanze disastrate!

La lettera del 22/2/1867 è conservata nell'archivio del Museo Galileo di Firenze (ARMU affari 77, fascicolo 10). Nello stesso fondo, e nell'archivio dell'Università di Firenze (Soprintendenza, anno 1867 fascicolo 9) sono conservati tutti gli altri scambi di corrispondenza originati dalle richieste ministeriali.